Il Rogolone è uno splendido esemplare di Quercia Rovere (Quercus petraea) radicato a 450 metri di quota in una radura posta tra i boschi della frazione di Velzo, nel Comune di Grandola e Uniti in Val Sanagra. Il Rogolone è un albero straordinario per bellezza esteriore e maestà strutturale; ha circa 300 anni di età, è alto 23 m, ha una circonferenza di quasi nove metri e una proiezione della chioma a terra di circa 23 metri quadrati: un patriarca!
Accanto al Rogolone vegeta un suo parente prossimo, chiamato “Rogolino”, Rovere alta anch’essa 23 m, ma con una circonferenza decisamente inferiore, pari a quasi cinque metri; d’altra parte, il
Rogolino è un giovanotto: ha “solo” 200 anni. Le due querce sono tutelate dallo Stato italiano sin dal 1928 come Monumento Naturale. Il Rogolone è probabilmente la Quercia più grande d’Italia e una delle più maestose d‘Europa. Secondo la memoria locale sotto la chioma delle due grandi querce, ritenute localmente addirittura millenarie, anticamente veniva celebrata una festa pagana.
A Grandola l’antica Rovere è sempre rimasta un punto di riferimento di valore sacrale per gli abitanti del luogo: ancora sino a pochi anni or sono si organizzava la “Festa del Rogolone” nel corso della quale, oltre alla celebrazione della messa su un altare posto sotto l’albero, seguivano giochi, balli e libagioni: una festa di popolo che riprenderemo.
Il 16 maggio del 1987 il Rogolone venne donato dal proprietario, Giambattista Cerletti, all’Associazione Italia Nostra, associazione sorta nel 1955 e che da allora si occupa della tutela e valorizzazione dei beni storici, artistici e naturali della nostra nazione. Giambattista Cerletti, agronomo milanese, fu figlio d’arte in quanto il nonno, Giovanni Battista Cerletti, garibaldino, matematico e ingegnere, fu eclettica figura di scienziato, famoso imprenditore nel settore della costruzione di macchine enologiche, fondatore della prima scuola enologica italiana a Conegliano Veneto e uno dei promotori della bonifica dell’agro romano. L’agronomo Giambattista Cerletti su incarico della FAO si recò in diversi Paesi, tra i quali Iran, Messico e Marocco, dove portò le sue competenze nel settore agricolo. Nei momenti di tranquillità e riposo Gianbattista tornava a Grandola dove si racconta che fosse molto affezionato al Rogolone, all’ombra del quale amava portare conoscenti ed amici per passare alcuni momenti di spensierato riposo.
Una raccolta di foto scattate tra il 1925 e il 1940 e pubblicate in una bella monografia dedicata al Rogolone curata da Attilio Selva – biologo e profondo conoscitore dei luoghi – ci racconta momenti di incontro e allegria trascorsi sotto le fronde della grande Quercia. L’attenta osservazione delle fotografie ha permesso anche di notare i cambiamenti avvenuti nella forma e nell’aspetto del Rogolone: il dato più evidente ricavato dal confronto di un’immagine del 1925 con la situazione odierna è dato da una discreta flessione verso il basso dei rami principali e da un abbassamento complessivo della chioma che ora risulta più arrotondata. Sono dati in linea con la letteratura relativa a questi patriarchi naturali: con l’età, dopo i 200 anni di vita all’incirca per una Rovere, la pianta smette di crescere in altezza e riduce anche l’ampiezza della chioma tendendo spontaneamente a diradarla ed alleggerirla; il tronco continuerà invece a crescere diametralmente aumentando progressivamente le dimensioni e ciò per aumentare la stabilità complessiva dell’albero e consentirgli di sopportare meglio il peso dei rami e della massa fogliare.
Nell’ottobre del 1988 venne organizzata una giornata di festa intitolata “Il Rugulon: storia di un albero”: fu l’occasione per presentare gli studi svolti sulla Rovere dai tecnici del Laboratorio di Dendrocronologia di Losanna e vennero rese note pubblicamente le età scientificamente valutate del Rogolone e del Rogolino, come sopra ricordate.
Nell’autunno del 2023 un gruppo di Tree Climbers è salito sugli alberi, incaricati da Italia Nostra Lombardia, hanno ripulito il secco – “rimonda” si chiama in termine tecnico – e alleggerito la chioma laddove necessario. Alle due Roveri è stata anche eseguita un’ispezione approfondita tramite Tomografia sonica e Dendrodensimetro per valutare lo stato di salute e la presenza di eventuali alterazioni nella massa legnosa del tronco. Il Rogolone, pur presentando qualche cedimento dovuto all’età, è ancora sano e in forze, il Rogolino è in perfetta forma.
Ora, una convenzione sottoscritta tre Italia Nostra Lombardia e BIM, con il beneplacito del Comune di Grandola ed Uniti e dell’Ecomuseo della Val Sanagra, vengono definite azioni e interventi comuni per la corretta gestione e manutenzione del sito e degli alberi e dei manufatti esistenti. Per presentare al pubblico tali azioni è stato organizzato l’incontro in oggetto.
L’incontro si terrà il 1° giugno 2024 ore 11,00 a Grandola ed Uniti
sala riunioni dell’antica fornace Galli in Val Sanagra
Intervengono:
Angelo Adamo, Sindaco di Grandola
Fumagalli Mario Abele, Presidente del Consorzio Bacino Imbrifero montano del Ticino
Attilio Selva, Direttore Ecomuseo della Val Sanagra
Serena Longaretti, Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Lombardia
Grazie a quanti vorranno partecipare.